Sporcatevi le mani con il paese reale se volete vincere

“Nella mia bolla avevamo il 20%”.
“Se votassero solo le persone che conosco io, la sinistra avrebbe il 70%”.
“Fatemi rimanere nella mia nicchia colta e radical-chic”.
“Tra le mie amicizie non ci sono fasci, ma chi frequentate?”.

Queste, ed altre intelligentissime analisi del voto, sono il motivo per cui siamo messi come siamo. Aprite gli occhi, le orecchie. Infilate le mani nella vita reale. Parlate con le persone al supermercato, in ufficio, allo stadio.
Guardatelo il Paese reale, senza sogni, senza speranze, senza futuro. Non è vero che non sa, il Paese reale, che si vota. Lo sa eccome. Lo sanno all’occupazione dove sono stata l’ultima volta venerdì mattina.
Lo sanno quelli in fila per la cena a Stazione Termini, gente che o paga l’affitto o compra da mangiare. Lo sanno le 34.000 famiglie romane in graduatoria per avere una casa. Lo sanno ma sono convinte e convinti che il loro voto non cambierà di una virgola le condizioni materiali in cui sono, per questo non votano. Ora, o la politica è in grado di sporcarsi le mani, come fanno le associazioni, i movimenti, i comitati, oppure non se ne esce.
Vincere e governare una Regione con il 50% del consenso, dato dal 38% degli aventi diritto, è una sconfitta.
Per tutte e per tutti.

“C’è una strada in mezzo al niente
Piena e vuota della gente
E non porta fino a casa
Se non ci vai tu
Io voglio far qualcosa che serva
Dir la verità è un atto d’amore
Fatto per la nostra rabbia che muore”

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