UNA MELA AL GIORNO

“Giuro di attenermi nella mia attività ai principi etici della solidarietà umana”.

Questo è uno dei principi ai quali giura di attenersi nella sua vita il futuro medico quando, all’inizio della sua attività, effettua il famoso Giuramento d’Ippocrate. Ma quali sono i principi etici della solidarietà?
La solidarietà ha origini relativamente recenti, per secoli gli uomini hanno convissuto senza sperimentarne il profondo significato. La nascita della parola solidarietà si attesta nel periodo successivo alla Rivoluzione Francese, con il termine Solidaire, inteso come l’obbligo per ogni cittadino di essere solidale (un “tutt’uno”) al proprio prossimo per il bene del Paese. Ma perchè
proprio “solidaire” intesa come obbligo di stato?

Stupirà molti l’originale accezione di questa parola. I latini infatti, quando reclamavano un debito senza la possibilità di dilazionarlo in piccole parti, e quindi per intero, lo richiedevano “In Solidum”.
Stessa origine della parola Soldo.

Soldi e Solidarietà, parole che hanno medesima origine ma significato profondamente diverso e spesso contrastante.

A differenza della Francia rivoluzionaria, la solidarietà ora non è più un obbligo etico, piuttosto un atto di libera volontà. C’è chi dice che essere solidale spesso è controproducente, può essere considerata una perdita di tempo o un modo per intristirsi venendo a contatto con una realtà sfortunata.

In Medicina la cura ha due significati che gli anglosassoni distinguono con due parole dal suono simile. “Cure” che significa curare e “Care” che significa prendersi cura.
Banalmente sembrerebbe la stessa cosa, ma il buon medico è chi sa prendersi cura del paziente e non solo chi lo cura. L’arte della medicina è fondata sull’avere a cuore il benessere del paziente e non è frutto di studi accademici, piuttosto nasce da un sentimento personale che si potrebbe definire come una vocazione.

Un sentimento che spinge a passare del tempo chiacchierando con gli ammalati, nell’ascoltarli e nel regalare loro un braccio al quale appoggiarsi quando sono stanchi di camminare da soli. Non c’è
soldo che riempia l’anima più del sorriso del prossimo al quale si è solidale ed è questa la principale ricompensa alla quale il buon medico dovrebbe aspirare.

Se ci è concesso immaginarci un fine ultimo della nostra limitata esistenza, mi piace credere che sia quello di rendere migliore la vita di chi ci è accanto, solo facendo del bene a chi ne ha bisogno si può dire di aver dato un senso alla propria vita.

ANGELO CARLA’
Medico

P.S.: MA CON I CARICHI DI LAVORO INCHIODATI ADDOSSO A MEDICI E PERSONALE INFERMIERISTICO, IN QUESTI MALEDETTI OSPEDALI LOMBARDI, COME E’ POSSIBILE PRENDERSI CURA DEI PAZIENTI?

CHI STA A CAPO DEGLI OSPEDALI ITALIANI E’ IL DIRETTO RESPONSABILE DI QUESTA INFAMITA’ CHE NEGA LA SOLIDERIETA’ UMANA !

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